lunedì 11 gennaio 2021

Step #bonus - Il libro

IL NOME DELLA ROSA - Umberto Eco

Copertina del libro 'Il nome della rosa'
(Foto scattata da me)

In questo romanzo un oggetto importante ai fini della narrazione è un libro, in particolare il secondo libro della Poetica di Aristotele, che si rileva il movente di molti omicidi raccontati.

La storia è raccontata Adso da Melk, monaco benedettino, che ormai anziano racconta le vicende di cui fu testimone nel 1327 in un grande monastero benedettino del Nord Italia della Congregazione Cluniacense, dove giunse insieme a Guglielmo da Baskerville, dotto francescano, incaricato di organizzare presso quest'abbazia l'incontro fra i delegati del papa e quelli dell'imperatore per discutere degli spirituali francescani, ritenuti eretici. 

Dopo il loro arrivo, l'abbazia viene sconvolta da una serie di morti inspiegabili: prima il miniaturista Adelmo, poi il monaco Venanzio, il bibliotecario Berengario, il monaco erborista e infine il bibliotecario Malachia. Durante i sette giorni di permanenza all'abbazia Guglielmo conduce le ricerche attraverso colloqui, interrogatori e osservando il comportamento dei frati.

Ben presto comprende che i delitti sono collegati alla biblioteca, la più grande della cristianità, costruita come un labirinto, il cui accesso è noto solo al bibliotecario. Nella biblioteca c'è una parte, il Finis Afrìcaea tutti inaccessibile, ma Guglielmo e Adso riescono a penetrarvi e scoprire il motivo degli omicidi: il secondo libro della Poetica di Aristotele, ritenuto ormai perduto.

Secondo libro della Poetica di Aristotele 

Infatti gli omicidi sono opera dell'ex bibliotecario cieco Jorge da Burgos che ha voluto impedire la lettura di questo libro, convinto che potesse danneggiare la cristianità poichè dedicato alla commedia e al riso; ne ha quindi avvelenato le pagine e i frati che hanno tentato di leggerlo sono morti. Jorge, una volta dichiarato colpevole, divora il libro e incendia la biblioteca, dove muore avvelenato.

sabato 2 gennaio 2021

Step #28 - La sintesi finale

Siamo arrivati alla fine di questo blog, volto a trattare la storia, le caratteristiche, le curiosità e i simboli del gascromatografo. 
Possiamo ripercorrere insieme gli step che hanno segnato questo percorso:
«Gascromatografo» è un termine derivante dal greco, che si è molto diffuso nel tempo, e indica lo strumento per eseguire gascromatografie, cioè analisi analisi chimiche. La scienza della gascromatografia, scoperta da Erika Cremer, deriva dagli studi sulla cromatografia condotti da A.J.P. Martin e R.L.M. Synge, vincitori del Nobel per la chimica nel 1952, ricordato anche sui francobolli. La gascromatografia condivide con la cromatografia il principio fisico di base: separare una miscela nei suoi componenti; nella gascromatografia la separazione avviene grazie al fatto che i componenti si legano ad un fase mobile, il gas, ed una fase stazionaria presente nella colonna cromatografica, mentre nella cromatografia tramite un solvente. Questa loro similarità ha fatto si che si potesse inserirle in un'unica tassonomia.
Lo strumento è costituito da diversi componenti, descritti nel glossario:  da un gas carrier, che fornisce il gas allo strumento, un iniettore, che inietta il campione, una colonna cromatografica, fulcro dello strumento, posta all'interno di una camera termostata (o forno) dove avviene la vera e propria separazione del composto, un rilevatore che rileva i componenti, in cui è stato diviso il campione, in uscita dalla colonna cromatografica e un cromatogramma, su cui viene stampato il risultato dell'analisi conseguita. La sua anatomia però è cambiata molte volte nel tempo, con l'evolversi dello strumento, come anche i materiali con cui è realizzato.
Ci sono molte aziende che producono strumenti da laboratorio per analisi, fra cui ovviamente il gascromatografo, le più note sono la Perkin Elmer e l'Agilent Technologies, che forniscono un manuale d'uso dello strumento e ne realizzano delle pubblicità; i marchi di queste aziende sono sempre posti sugli strumenti che producono. Ogni strumento viene prodotto seguendo delle normative standar e deve la sua esistenza a dei brevetti che ne hanno consentito la scoperta e la produzione.
Il gascromatografo è stato oggetto di molti studi, di cui si possono leggere gli articoli al riguardo, ed è ormai diventato di conoscenza comune tanto che lo si può trovare nei film, come ad esempio nel "Mato grosso" che vede tra i protagonisti Sean Connery, nei fumetti e perfino in qualche mito moderno.
Come per ogni cosa anche per il gascromatografo è possibile trovare dei numeri che lo rappresentino e  realizzare un abbecedario e una mappa concettuale con le parole collegate a questo strumento.

Infine è stato aggiunto uno step che si distacca dal gascromatografo, riguardante me e le mie cose personali che mi legano al passato, al presente e al futuro.

Immagine storica del gascromatografo
Foto sul The Winonan (Student newspaper of Winona State University)
September 29, 1982